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"Dante non ci chiede, oggi, di essere semplicemente letto, commentato, studiato, analizzato. Ci chiede piuttosto di essere ascoltato, di essere in certo qual modo imitato, di farci suoi compagni di viaggio, perché anche oggi egli vuole mostrarci quale sia l'itinerario verso la felicità, la via retta per vivere pienamente la nostra umanità, superando le selve oscure in cui perdiamo l'orientamento e la dignità". È il passaggio chiave di questa breve Lettera di papa Francesco, che presenta le "radici cristiane" dell'opera dantesca, suggerendo chiave di lettura originali della Commedia: "L'opera di Dante è parte integrante della nostra cultura, ci rimanda alle radici cristiane dell'Europa e dell'Occidente, rappresenta il patrimonio di ideali e di valori che anche oggi la Chiesa e la società civile propongono come base della convivenza umana, in cui possiamo e dobbiamo riconoscerci tutti fratelli". Papa Francesco è il terzo Pontefice a dedicare un documento a Dante Alighieri. Il primo era stato papa Benedetto XV, nel 1921, con l'enciclica In praeclara summorum, mentre nel 1965 fu Paolo VI a dedicare al sommo poeta la lettera apostolica Altissimi cantus.